Oggi vi parleremo di un grande scienziato: Ivan Petrovič Pavlov (1849-1936). Dopo aver studiato l’ipnosi all’Università di Breslavia da Rudolf Heidenhain (1834-1897), uno dei maggiori fisiologi e ipnotisti dell’epoca, Pavlov si interessò ai comportamenti automatici, particolarmente evidenti e verificabili nello stato di trance. Successivamente sviluppò delle ricerche sulla fisiologia dei processi digestivi e su come questi si attivino a partire dalla salivazione, specie nei cani. È così che creò l’icona (“cane di Pavlov”) più classica della Nuova Psicologia Scientifica fondata sul meccanismo del condizionamento, uno dei pochi principi psicologici pienamente dimostrati sul piano sperimentale.
Questa tecnica si basa sul presupposto per cui se associamo uno stimolo condizionato (a nostra discrezione, può essere un suono, un’immagine) allo stimolo incodizionato (il cibo) un numero sufficiente di volte, il cane tenderà ad associare i due stimoli, e ad attribuire loro lo stesso significato. Dunque, se il cane associa il cibo a un certo stimolo condizionato, lo stimolo condizionato assumerà lo stesso significato del cibo, dunque produrrà lo stesso tipo di risposta, ovvero la salivazione. In questo esperimento Pavlov seguiva uno schema tipico:
1. un cane affamato (precondizione)
2. sente suonare un campanello (stimolo neutro) cui rimane indifferente;
3. poi gli viene presentato del cibo (odore appetitoso: stimolo incondizionato naturale) per cui automaticamente saliva.
4. Dopo alcune ripetizioni della sequenza campanello-cibo, il cane sente la campana, che ormai è diventata uno stimolo attivo (condizionato dall’associazione con il cibo) per cui automaticamente saliva (anche senza che il cibo compaia).
In breve: lo stimolo indifferente (campana) diventa condizionato (produce salivazione) dopo che è stato associato mentalmente al cibo (stimolo incondizionato) in virtù del rinforzo (il cane affamato riceve del cibo).
Interessante è che una volta che il riflesso condizionato si è radicato, questo può agire a sua volta da rinforzo per un apprendimento condizionato ulteriore (di secondo livello).
Una volta che il riflesso condizionato è instaurato, si può avere:
• generalizzazione dello stimolo: rinforzando vari stimoli simili
• discriminazione dello stimolo: rinforzando solo alcuni stimoli tra quelli simili
Dunque, facendo il punto della situazione: l’esperimento classico di Pavlov si propone di dimostrare il riflesso condizionato secondo il quale con uno stimolo naturale si è in grado di provocare il verificarsi di un determinato evento (risposta). Gli organismi (animali ed umani) imparano ad associare uno stimolo con un altro. Centrali per il condizionamento classico sono i riflessi, ovvero risposte non apprese e non controllabili. Pavlov dimostrò che associando per un certo numero di volte la presentazione di carne ad un cane con un suono di campanello, alla fine il solo suono del campanello determina la salivazione nel cane.
Perché in diversi studi sulla misofonia, si associa a questa sindrome la scoperta di Pavlov?
Il condizionamento classico è un processo di apprendimento automatico, basato su associazioni psicologiche inconsce. Il riflesso condizionato è passivo e non richiede collaborazione da parte del soggetto. Questo procedimento somiglia molto a quello che accade ad un misofonico. In un dato periodo della propria vita, il soggetto, per via di un apprendimento automatico e passivo, fa associazioni psicologiche: ad uno stimolo (sonoro o visivo) accosta un evento spiacevole. In base a questo non solo il soggetto avrà una reazione (riflesso) incondizionato di tipo nervoso ma questa potrebbe diventare a sua volta un rinforzo per un apprendimento condizionato di secondo livello. In questo modo la misofonia si espande.
Secondo degli studi, nell’uomo, il condizionamento classico può riguardare l’apprendimento di risposte emotive specifiche ad esempio la rabbia, paura o addirittura lo sviluppo di fobie.
Non si apprende la paura (risposta emozionale incondizionata provocata da stimoli pericolosi, spiacevoli o dolorosi) in sé, ma si può apprendere la paura nei confronti di stimoli specifici.
Quando c’è una paura irrazionale, non controllabile e soprattutto non utile per la salvaguardia della persona si può parlare di fobia.
Che è cosa accaduto ad un misofonico? Provando a dare delle risposte a questa domanda, abbiamo pensato che potrebbe essere venuto a contatto con avvenimenti o stimoli spiacevoli e la paura di riviverli ha generato le risposte di innesco.
John Watson, principale esponente del comportamentismo, applicò a livello sperimentale alcuni principi del condizionamento per studiare la terapia per le paure e le fobie.
Un esempio è il caso del “piccolo Albert”, bambino di 11 mesi che fu indotto a sviluppare una fobia di una piccola cavia bianca. La cavia bianca, stimolo condizionato, non produce in natura alcuna paura. Per produrre paura, essa era stata associata a un forte rumore (stimolo incondizionato); il forte rumore, infatti, produce in tutti noi uno stato di forte allerta, ed è naturalmente associato al pericolo.
Questo esperimento comportamentista prevedeva che associando i due stimoli, cavia bianca e rumore improvviso, si potesse produrre ad una forte fobia. E questo è ciò che si verificò: dopo alcune esposizioni, il piccolo Albert aveva sviluppato una fobia.
La domanda che ci poniamo dunque è: la misofonia è la reazione ad una fobia?
Nonostante sembri non esserci una via di uscita, secondo alcuni studi, così come è possibile apprendere una fobia, è possibile disimparare ad avere una fobia e liberarsi da questo problema. Circa trenta anni dopo, Wolpe, richiamandosi proprio a Watson, sviluppò la tecnica di Desensibilizzazione Sistematica.
Questa tecnica prevede l’associazione tra lo stimolo ansiogeno (nel caso di Albert, della cavia bianca) ed un altro stimolo incondizionato: il rilassamento muscolare. Dopo una serie di esposizioni, la persona contrasta lo stimolo fobico associando ad esso il rilassamento. Se questo è vero allora tutto ciò accrediterebbe maggiormente la validità del PMR e della NRT tra i trattamenti validi per la cura della misofonia.
FONTE DELLE INFORMAZIONI:
PERUSSIA.IT, IGOR VITALE, Wikipedia