Panoramica delle emozioni – Parte III

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CAPITOLO 11 – Panoramica delle emozioni – Parte III

Le emozioni che nascono da un fattore scatenante sono veloci, furiose, intense e potenti. Ma la rabbia non porta a picchiare cani, rompere tastiere di computer o fracassare stereo. Invece, la gente fugge. Che cosa può causare tale furia senza combattere?

Una premessa fondamentale di fondo è che la rabbia senza aggressività palese si pone come una funzione di dolore affettivo. Si teorizza che i fattori di innesco causano dolore di tipo affettivo, non a livello dei sensi,   ed è il dolore che permette al cervello di riconoscere e valutare i fattori scatenanti come pericolosi e minacciosi.

La teoria del dolore conduce ad una domanda interessante: se il fattore di innesco crea dolore affettivo e quindi la sofferenza, perché non c’è la paura della fonte dell’innesco? Per esempio, se si trova insopportabile lo schiarirsi della gola del proprio fratello, perché non si ha paura del proprio fratello? Se lo schiarirsi della sua gola vi causa sofferenza e dolore e la vostra rabbia è rivolta a vostro fratello, perché non agite fisicamente e apertamente in modo aggressivo nei suoi confronti?

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La risposta potrebbe essere che i circuiti che stimolano la paura e l’aggressività non sono stimolati dalla  “Rabbia per il suono”, mentre i circuiti che producono la rabbia sono stimolati.
Si potrebbe anche sostenere che il cervello cosciente ha separato, a un certo livello, la fonte del fattore di innesco (e successivo dolore) e l’innesco (dolore). Il fattore scatenante causa il dolore; il fratello è solo il messaggero. Danneggiare fisicamente o aggredire verbalmente la fonte dell’innesco non altera o attenua il dolore che il fattore scatenante provoca.

Clicca qui per leggere la seconda parte di questo capitolo.

FONTE DELLE INFORMAZIONI:
Sound-Rage: A Primer of the Neurobiology and Psychology of a Little Known Anger Disorder

FONTE DELL’IMMAGINE:
IranDaily

di Monia De Tommaso

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Panoramica delle emozioni – Parte II

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CAPITOLO 11 – Panoramica delle emozioni – Parte II

L’esposizione inevitabile giornaliera ad un ambiente con suoni / immagini comuni sui quali il misofonica ha poco controllo, provoca nel sofferente una raffica continua di disagio fisico, psicologico ed emotivo. Il disagio fisico è duplice:

1) vi è l’impatto del rilascio di ormoni e di altri cambiamenti fisiologici che si verificano rapidi per la risposta automatica di fuga

2) vi è l’impatto dallo stress persistente dopo la diminuzione della risposta di attivazione indotta.

Il disagio psicologico è significativo, a lungo termine, e si pone come conseguenza di lunga esposizione ad  associazioni ricorrenti con sensazioni di impotenza e vulnerabilità.

Pensieri e sentimenti negativi creano barriere per l’intimità e la fiducia, interrompendo la vicinanza nei rapporti sia personali che professionali. Le emozioni sembrano avere una vita propria, ma sono intrinsecamente collegate agli stati fisici e psicologici di una persona. I disagi emotivi di rabbia e disgusto hanno un’intensità che può andare da lieve a grave ed estrema, a seconda delle circostanze che circondano l’evento innescante.
La trasformazione emotiva comporta una cascata di reazioni fisiologiche e psicologiche che vanno dall’altamente automatica e di base a quella relativamente elaborata e complessa.

Le emozioni sono alterate e comunemente legate agli eventi circostanti. Non c’è modo di fermare il latrato dei cani, i bassi degli impianti stereo dei nostri vicini, o la digitazione degli impiegati sulle loro tastiere del computer. L’incapacità di fermare gli inneschi visivi, uditivi, olfattivi può portare ad una spirale emozioni delle quali inizialmente si tenta di ottenere il controllo, con successivi sentimenti di impotenza. Chi soffre di questa sensibilità, spesso riferisce che i sentimenti di impotenza li fa piangere molto tempo dopo che l’innesco è svanito. È noto che il pianto “è spesso una manifestazione della lotta contro una difficoltà che si tenta di affrontare”.

Un misofonico può indossare tappi per le orecchie, cuffie, bombardarsi di rumore bianco, ed evitare molti luoghi e interazioni sociali, nel tentativo palese di ottenere il controllo sull’ambiente, e in un sottile tentativo di ridurre al minimo il danno emotivo inevitabile.

La creazione di barriere di conseguenza all’innesco da stimoli è un meccanismo di difesa tra il mondo esterno ed il cablaggio fisso del cervello nel mondo interno.
Paradossalmente, aggirare l’esposizione a un fattore scatenante, limita la libertà di movimento della vittima. Quando i film, ristoranti, corsi di ginnastica, seminari, e una miriade di altre qualità di offerte di vita diventano fuori limite, ci sono sempre meno opportunità di crescita e di esperienza positiva. La persona cessa di crescere. Nel tentativo di ottenere il controllo, il risultato finale è una maggiore sensazione di impotenza.

Clicca qui per leggere la prima parte di questo capitolo.

FONTE DELLE INFORMAZIONI:
Sound-Rage: A Primer of the Neurobiology and Psychology of a Little Known Anger Disorder

FONTE DELL’IMMAGINE:
LiberidiLeggere

di Monia De Tommaso

La misofonia e la corteccia orbitofrontale

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CAPITOLO 7: L’innesco del cervello – La corteccia orbitofrontale

La corteccia orbitofrontale (OFC) è una regione della corteccia prefrontale situata nei lobi frontali che svolge un ruolo critico nella valutazione emotiva e della cognizione sociale. Riceve una ricca gamma di informazioni multimodali da tutte le cortecce sensoriali di associazione, può fornire un percorso aggiuntivo attraverso le cortecce sensoriali di associazione, e può fornire un percorso aggiuntivo attraverso il quale le informazioni sensoriali raggiungono l’amigdala. Sulla base dei dati anatomici e funzionali, è stato proposto che è una regione di convergenza che potrebbe promuovere l’integrazione delle informazioni sensoriali multimodali con reazioni affettive. Potrebbe essere coinvolta in aspetti di valutazione affettiva, a seguito di fasi automatiche di trasformazione in atto nell’amigdala e nelle cortecce sensoriali, integrando le valutazioni iniziali con altri fattori cognitivi legati alle richieste del contesto, degli obiettivi, o delle attività.
I dati ottenuti grazie alla diagnostica cerebrale per immagini, hanno dimostrato che l’OFC è coinvolta nel processo di eventi non-vocali emotivi uditivi, di prosodia emotiva (il tono di un individuo di voce, veicolato attraverso i cambiamenti di tono, volume, timbro, velocità di lettura, e le pause) e la percezione della musica . Un recente studio di soggetti umani ha dimostrato che, con la tomografia ad emissione di positroni, è possibile osservare cambiamenti nel flusso sanguigno cerebrale durante l’esposizione a stimoli uditivi spiacevoli. Gli studiosi hanno scoperto che la corteccia orbitofrontale caudale risponde a spiacevoli informazioni uditive in entrata.

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FONTE DELLE INFORMAZIONI:
Sound-Rage: A Primer of the Neurobiology and Psychology of a Little Known Anger Disorder

FONTE DELL’IMMAGINE:
GITIM

di Monia De Tommaso

Le cortecce uditiva e prefrontale

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CAPITOLO 7: L’innesco del cervello – Le cortecce uditiva e prefrontale

La corteccia uditiva

L’organizzazione funzionale della corteccia uditiva ricorda l’organizzazione delle cortecce dedicate ad altre modalità sensoriali. Informazioni in entrata vengono inviate dal talamo, che a sua volta le proietta per le aree corticali “di livello superiore”. I neuroni nella corteccia uditiva interpretano i segnali audio in ingresso e li inviano al resto del sistema nervoso.
Molti neuroni nella corteccia uditiva rispondono solo a suoni molto specifici. Secondo uno studio, solo il 5% dei neuroni nella corteccia uditiva ha un “alto tasso di stimolazione” quando si percepisce una gamma di suoni di varia lunghezza, frequenza e volume. I ricercatori hanno ipotizzato che ciascun neurone nella corteccia uditiva può avere uno “stimolo ottimale” a cui è particolarmente sensibilizzato. Diversi studi hanno suggerito che è possibile che certi suoni, come il ticchettio delle unghie generato al tocco della tastiera di un computer portatile o il ticchettio di tacchi sul marciapiede, potrebbero essere elaborati e verrebbe loro assegnato un significato a livello della corteccia uditiva.

La corteccia prefrontale

Il telencefalo è la più grande parte del cervello umano, che contiene tutti i centri che ricevono e interpretano le informazioni sensoriali. La corteccia prefrontale (PFC), situata nella parte anteriore della corteccia cerebrale, è costituita da un gruppo di aree cerebrali con ampie interconnessioni tra diverse sottoregioni della PFC. Questo permette di condividere le informazioni all’interno di reti locali, nonché di convergere con cortecce sensoriali in modalità multiple.
La PFC ha un ruolo nell’interpretazione cognitiva ed emotiva di stimoli sensoriali valenti e nel controllo delle successive risposte comportamentali. Gli studi suggeriscono che le caratteristiche funzionali e elettrofisiologiche dell’amigdala e della PFC si sovrappongono e dipendono intimamente le une dalle altre. I circuiti neurali che mediano le risposte cognitive (del pensiero), emotive (dell’umore, dei sentimenti), fisiologiche (del corpo), e le risposte comportamentali (dell’azione) sembrano essere indissolubilmente legate e non possono veramente essere separabili.

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FONTE DELLE INFORMAZIONI:
Sound-Rage: A Primer of the Neurobiology and Psychology of a Little Known Anger Disorder

FONTE DELL’IMMAGINE:
Treccani

di Monia De Tommaso