Tempo fa, un’iscritta al nostro gruppo Facebook Coscienza misofonica, ci ha segnalato il dott. Vannetiello, chiropratico e neurologo funzionale, dicendoci che aveva avuto riscontri positivi con un trattamento che aveva iniziato con lui. Non potevamo che provare a metterci in contatto con lui e a rivolgergli le domande che, secondo un sondaggio svolto sul nostro gruppo Facebook, avreste posto con più urgenza ad uno specialista nel settore.
Il dottore si è mostrato disponibile a rispondere alle nostre domande e lo ringraziamo ancora della sua collaborazione e del tempo dedicatoci.
Qualora aveste domande da porgli, potete trovare informazioni su di lui nella nostra sezione dedicata agli Indirizzi utili.
Veniamo ora all’intervista.
Che cosa è per lei la misofonia?
Non si può rispondere a questa domanda da un punto di vista oggettivo, in quanto la Misofonia è un problema neurologico per il quale alcuni soggetti hanno una reazione eccessiva con caratteristiche di rabbia, insofferenza in risposta a determinati suoni. In genere i tipi di suoni che generano le reazioni eccessive sono il masticare, il battere dei denti su una posata, deglutizione forzata, ma anche suoi improvvisi, battere una porta, traffico, clacson. In altre parole si ha un fastidio fisico, reale rispetto ad un suono che comunemente non innesca questa risposta. Un po’ tutti siamo misofonici per alcuni suoni, diciamo universalmente fastidiosi, come quando il gesso sulla lavagna stride con quel caratteristico fischio. Tuttavia si tratta di “patologia” quando la reazione avvviene per suoni meno estremi e più quotidiani.
Che cosa è la misofonia da un punto di vista neurologico?
Bisogna fare una serie di ragionamenti per poter rispondere a questa domanda e potersi orientare poi nei tentativi terapeutici perché questi ultimi non sono uguali per ciascun individuo ma necessariamente unico per ciascun paziente. Il primo ragionamento è sul funzionamento generale del cervello. Il cervello ha una globale attività inibitoria. Cioè se io ho il braccio rilassato non è perché il cervello è spento, ma sta attivamente inibendo il movimento del braccio. Come se tenesse un freno. Quando io voglio muovere il braccio il freno viene tolto e viene rimesso quando ho smesso il compito motorio. Se un individuo ha un’ictus e una parte del cervello muore, perde la sua attività inibitoria e il braccio diventa spastico. Non si riesce a rilassare. Lo stesso avviene anche con i suoni. Se non andiamo in giro sentendo voci o canzoni o suoni è perché il cervello tiene inibite le aree cerebrali dove noi conserviamo i suoni che conosciamo, le canzoni che abbiamo ascoltato fino alla nausea da adolescenti/giovani adulti. Infatti ci sono individui (in genere anziani) che sentono delle canzoni della propria infanzia nella testa e non sono in grado di spegnerle. Secondo ragionamento: il cervello è un ricevitore e un trasmettitore. Riceve stimoli di diversa natura e risponde sempre con attività motoria. Quindi se qualcuno mi chiama io mi giro (mi muovo) anche se qualcuno mi fa una domanda io nel rispondere lo faccio attraverso una risposta motoria. Se mi arriva una forte luce chiudo gli occhi e indietreggio. Se vengo spinto metto le mani avanti per pararmi ecc.
Terzo ragionamento: il nostro cervello ha un’area centrale che è molto antica che chiamiamo area limbica, dove istantaneamente decidiamo che reazione avere da un punto di vista emotivo a ciascun tipo di stimolo. Si dice che ogni stimolo prima di dare una risposta motoria deve avere un’attribuzione limbica. In altre parole, se una persona mi mette una mano sulla spalla, io devo sapere e decidere se è una minaccia o un gesto di fratellanza. La mia risposta motoria (di fuga, attacco, paura, o calma serenita, felicità) dipende dall’attribuzione limbica che quello stimolo riceve.
Nei soggetti misofonici l’attribuzione limbica per determinati suoni è preferenziale verso la rabbia e il fastidio e l’insofferenza. In termini neurologici a volte questo fenomeno viene descritto come “Escape” (fuga). Questo meccanismo è sfuggito al controllo inibitorio cerebrale e alle altre caratteristiche di attribuzione limbica per cui la reazione è sempre la stessa, uguale a se stessa, invincibile e non si trova il modo di reagire diversamente allo stesso stimolo sonoro. Quarto ragionamento: i movimenti oculari sono uno specchio del funzionamento del cervello. Noi possiamo mappare l’integrità del sistema nervoso centrale attraverso l’osservazione e l’analisi dei movimenti degli occhi. Queste conoscenze sono molto vecchie anche se negli ultimi 10-15 anni la ricerca ci ha fornito dettagli e precisione incredibili.
Con quali metodiche tratta la misofonia? In cosa consistono i suoi trattamenti?
Vengono usate strategie di Neurologia Funzionale. Si parte ovviamente da un esame clinico per verificare quali sono i deficit neurologici presenti e come questi correlano con i circuiti interessati dalla misofonia (un “fuga” dei circuiti mesolimbici) e correggerli. I trattamenti sono estremamente individualizzati perché il quadro neurologico di ciascun individuo è unico. Le strategie includono, non limitandosi a, esercizi oculari, esercizi oculari associati a suoni. Stimolazioni vestibolari, stimolazioni cerebellari, esercizi di memoria, manipolazioni vertebrali.
Quali risultati ha ottenuto con i suoi trattamenti?
Io al momento ho visitato due pazienti misofonici (il che considerando la poca conoscenza del fenomeno credo che sia un buon numero) con buoni risultati in termini di minore intensità della rabbia per alcuni suoni e abolizioni di risposte rabbiose per altri. Come ad esempio il vociare o rumori di fondo della strada mentre ho riscontrato riduzione nella risposta ai suoni della masticazione.
Come può, secondo lei, un misofonico cercare di migliorare la sua vita nel quotidiano?
Io consiglierei di dichiarare il proprio problema nel modo più sereno possibile agli interlocutori in modo da non stupire gli altri con le proprie reazioni. E sopratutto cercare l’aiuto di un collega che si occupi di Neurologia Funzionale che possa affrontare il problema in modo specifico.
Come intervenire sui bambini misofonici?
Allo stesso modo con cui intervego con gli adulti.
Sa qualcosa in merito al riconoscimento della misofonia dal Ministero della Sanità?
No, non ne sono a conoscenza.
FONTE DELL’IMMAGINE
Fizjo System Szkolenia
Ringrazio il Dr. Vannetiello, spero di poter ritornare molto presto da lui per seguire un periodo di cura, e riuscire a risolvere non dico definitivamente ma almeno riuscire a controllare, e riattivare la parte limbica del cervello che protegge dai suoni sgraditi.
Grazie a Monia de Tommaso per l’interessamento, si spera che sempre di più ci siano specialisti e persone che ne parlino e che venga riconosciuta come patologia invalidante.
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