La misofonia è un disturbo neurologico, psichiatrico, o uditivo?

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Il piccolo corpo di ricerca sulla misofonia tende ad affrontare 4 questioni fondamentali:

  • I sintomi specifici
  • Le possibili cause
  • Le sovrapposizioni con altri disturbi
  • La misura in cui la malattia ostacola la vita di chi ne soffre.

Tuttavia, poiché la misofonia è nuovo disturbo (nel senso che è stata ufficialmente riconosciuta solo nel 2001), la ricerca è ancora ai primordi. Le classificazioni dei disturbi sono di solito basate sulle loro cause. Quindi, se un disturbo è causato da un problema neurologico, diremo che è un disordine “neurologico”. Tuttavia, in tempi moderni, è diventato sempre più difficile classificare i disordini in questo modo perché i disturbi si sovrappongono, e la cause spesso sono sconosciute. Questo, naturalmente, aumenta la confusione.
Detto questo, la misofonia ha per lo più attirato l’attenzione da parte dei ricercatori nei seguenti settori:

Audiologia / Otorinolaringoiatria, Psicologia / Psichiatria (principalmente di competenza ossessivo compulsiva e disturbi correlati) e Neuroscienze (soprattutto in relazione alla sinestesia).

Analizzeremo ognuno di questi settori:

Audiologia / Otorinolaringoiatria

La ricerca in questo settore è limitata principalmente al lavoro degli Jastreboff. Tuttavia, è molto importante capire la loro teoria, come mai sia il catalizzatore di interesse per la misofonia e sia stata oggetto di una grande quantità di errori di interpretazione.
I Jastreboff definirono la misofonia mentre trattavano pazienti affetti da acufeni (ronzio alle orecchie) e iperacusia (grave intolleranza per suoni forti).
I Jastreboff fecero una distinzione molto importante, in particolare tra iperacusia e misofonia. I pazienti iperacusici reagivano avversivamente ai rumori forti, mentre quelli misofonici reagivano a “rumori ripetitivi e rumori basati su dei modelli precisi”, indipendentemente dal loror livello di decibel.

Questa è la prima importante distinzione:

Misofonia – risposta avversiva a suoni ripetitivi e basati su modelli che possono spesso essere bassi, o “delicati”.

Iperacusia – risposta avversivi a suoni forti

Secondo i Jastreboff, entrambe le condizioni sono comprese nella caratteristica “ridotta tolleranza al suono” ed entrambe le condizioni si riferiscono ad “aberranti” o “atipiche” associazioni tra l’udito e il sistema limbico. Ricordate che il sistema limbico è noto per essere il “centro emotivo” del cervello. Tuttavia, per quanto riguarda l’iperacusia, i Jastreboff ipotizzarono che i circuiti del cervello coinvolti fossero puramente appartenenti al subconscio. In altre parole, le regioni del cervello e le connessioni tra queste strutture/regioni cerebrali erano completamente fuori controllo dalla “parte pensante” o “conscia” del cervello. Per semplificare, nell’iperacusia, una parte del cervello dice all’altra di percepire suoni molto più forti di quelli che realmente sono, e questo va avanti senza alcun coinvolgimento della parte del cervello che è coinvolta nel pensiero cosciente (ovvero la parte più sofisticata della memoria e di organizzazione che solo gli esseri umani posseggono).
La successiva importante distinzione è la seguente:

Misofonia – connessioni anomale tra il sistema uditivo, e le parti emozionali e “pensanti” del cervello

Iperacusia – connessione anormale nella parte uditiva ed emozionale del cervello (non con la parte “pensante”).

Inoltre, a differenza dei pazienti iperacusici che hanno risposto a rumori forti per tutto il tempo, i misofonici sembrano variare nelle loro risposte. Cioè, i pazienti che trattarono i Jastreboffs riporono una varietà di emozioni in risposta ai suoni, che andavano dal fastidio alla rabbia, inclusi la paura e la fuga dalle situazioni/luoghi in cui i suoni scatenanti avrebbero potuto essere presenti, e numerosi altre risposte di reazione. I Jastreboff osservarono anche che i loro pazienti avevano reagito ad alcune persone e non altre (e in alcuni posti, ma non altri). Ciò li portò a credere che gli individui misofonici avevano fatto associazioni negative tra i rumori specifici e persone specifiche, o tra rumori specifici e particolari esperienze e / o luoghi.

Questo ha fatto sì che queste risposte fossero “apprese”. Questo è dove la parte più cosciente del cervello (o il “cervello pensante”) diventa rilevante. Semplificato, secondo l’opinione dei Jastreboff, i suoni (trasformati nella “parte uditiva del cervello”) sono stati associati nel corso di un’esperienza negativa con una persona, un luogo o un’esperienza, nel sistema limbico (la “parte emotiva del cervello”) e poi memorizzata (tramite la “parte pensante del cervello”).
Una volta che quest’associazione negativa si è formata, ogni volta ci si imbatte nello stesso suono, una persona con misofonia sperimenta quella che è nota come reazione automatica.
La reazione automatica si riferisce a quell’eccitazione fisiologica associata con quello che viene comunemente indicata come la sindrome di “lotta o fuga” (anche se può essere vissuta a livelli inferiori senza che si verifichino la lotta o fuga). I Jastreboff non si azzardarono a studiare la misofonia “in un laboratorio” al fine di sostenere la loro teoria, ma invece iniziarono a trattare i pazienti in base al presupposto che, anche se la misofonia è un disturbo a base neurologica, le associazioni negative che sono state fatte tra i suoni e le esperienze particolari potrebbero essere ri-trattate facendo associazioni nuove e positive con i suoni.

Psichiatria / Psicologia & Neuroscienze

In psicologia / psichiatria, sono state riscontrate caratteristiche comuni tra il disturbo ossessivo-compulsivo e disturbi correlati e, in misura minore, stati di ansia generale.
In neuroscienze, sono stati proposti modelli di misofonia come una forma di sinestesia. Attraverso questa ricerca è nata anche la discussione su “sensibilità sensoriali generali”, “percezione-difensiva” e “processo multisensoriale”.

Disturbo Ossessivo-Compulsivo (OCD) e disturbi correlati

In psicologia, il disturbo ossessivo-compulsivo e disturbi correlati hanno ricevuto una certa attenzione in questo piccolo ma crescente corpo di letteratura sulla misofonia.
Schröder, Vulink, e Denys hanno reclutato 42 pazienti che hanno auto-valutato il loro grado di misofonia. Sono stati intervistati da uno psichiatra e hanno dato varie misure relative alla diagnosi neuropsichiatrica.
In particolare, gli autori hanno trovato una più alta incidenza di sovrapposizione con i Disturbi della Personalità Ossessivo-Compulsivo (DSM-IV TR). Schröder, e altri, proposero che misofonia fosse considerata un disturbo discreto sotto la classificazione più ampia dei Disturbi relativi a quelli Ossessivo-Compulsivi nel DSM-5. I ricercatori hanno reclutato da una clinica di salute mentale, e come per i Jastreboff, questo potrebbe aver distorto il loro campione.
Inoltre, è troppo presto (nella fase di ricerca) per etichettare la misofonia come un disturbo psichiatrico. In particolare, gli autori hanno riconosciuto una sovrapposizione dei sintomi con il Processo di Disordine Sensoriale (SPD), ma un fraintendimento del disordine sensoriale potrebbe aver influenzato la loro analisi quantitativa.
In particolare, nella loro descrizione dell’SPD hanno affermato che gli individui con SPD reagiscono solo ai suoni “forti” e non ai suoni ripetitivi (i suoni indicati nella misofonia).

Questo non è vero.

La ricerca nell’SPD non distingue tra rumori forti o copiati, e su molte delle Scale di Elaborazione Sensoriale ci sono elementi che includono sia i rumori forti che rumori ripetitivi. Pertanto, la sovrapposizione con i Disordini di Elaborazione Sensoriale non deve essere ignorata.
Wu, Lewin, Murphy, e Storch hanno studiato l’incidenza, la fenomenologia, le correlaazioni, e il livello di compromissione associata a sintomi misofonici a 483 studenti universitari attraverso una misurazione auto-valutativa. Nel loro campione, quasi il 20% dei partecipanti ha riferito sintomi misofonici clinicamente significativi. Questi sintomi sono stati fortemente associati con le misure di riduzione del valore della vita generale e di sensibilità sensoriale, nonché le associazioni moderate con sintomi ossessivo-compulsivi, ansia e sintomi depressivi. Gli autori hanno riferito che l’associazione dei sintomi con le sensibilità sensoriali può indicare che la sensibilità del suono selettivo può essere legata a una maggiore ricorrenza di altri tipi di atteggiamento difensivo sensoriale. Riconoscere negli individui altri tipi di sensibilità sensoriali, come la sensibilità tattile, può aiutare nella rilevazione di un aumento dei concorrente della sensibilità sonora. Inoltre, gli autori hanno riferito che l’ansia ha mediato il rapporto tra la misofonia e le esplosioni di rabbia.

Infine, come limitazioni al loro studio, gli autori hanno fatto notare che la maggior parte dei partecipanti allo studio erano di sesso femminile e che sono state utilizzate solo misure auto-valutative. Tuttavia, in un caso di studio di due bambini, i ricercatori hanno riferito che la misofonia sembra essere un disturbo psichiatrico che è altamente correlato con l’OCD.
Inoltre, a causa della sistemazione dei genitori, hanno fatto in modo che i bambini potessero evitare di sentire “i suoni scatenanti” a casa, e sembra i suoni di innescono potrebbero essere in realtà peggiorati. Cioè, la mancanza di esposizione a questi rumori particolari ha peggiorato la gravità della risposta. In generale, i medici/ricercatori sull’OCD concordano sul fatto che i pazienti potrebbero trarre vantaggio da una terapia con ricondizionamento simile a quella dei Jastreboff.
Tuttavia, i medici OCD hanno proposto di usare una terapia basata sul comportamento più simile alla “terapia dell’esposizione” in cui i pazienti sarebbero esposti delicatamente ai suoni che trovano avversivi fino a quando non si abituano a loro. In particolare, attualmente ci sono solo circa il 5 carte su questi studi e le dimensioni sul campione sono piccole.

Ricerca sulla sinestesia

Edelstein, Brang, Rouw, e Ramachandran hanno trovato alcune somiglianze tra la sinestesia e la misofonia. Edelstein ipotizzò come la misofonia mostrasse “somiglianze” con la sinestesia. Per caratterizzare la reattività avversiva nella misofonia, Edelstein usò sia interviste qualitative auto-valutative che misure fisiologiche (Risposta con Conduttanza Cutanea o SCR):

“Nella sinestesia, come nella misofonia, particolari stimoli sensoriali evocano sensazioni e associazioni particolari e costanti … Insomma, una distorsione patologica delle connessioni tra la corteccia uditiva e le strutture limbiche che potrebbe causare una forma di sinestesia sonoro-emozionale”.

Gli autori hanno fatto notare che le limitazioni dello studio includono la piccola dimensione del campione, una mancanza di screening per problemi psichiatrici o psicologici (sono state incluse misure di disturbi di salute mentale), e che l’SRC misura la risposta automatica, ma non descrive la natura dell’emozione associata con la risposta automatica.
Come avrete notato, la ricerca sulla sinestesia è applicabile alla misofonia poiché affronta direttamente la connettività cerebrale aberrante che i Jastreboff avevano originariamente concepito.

Mentre la ricerca sulla sinestesia non si traduce direttamente in trattamento, essa può certamente andare oltre la nostra comprensione del disturbo e quindi metterci al corrente del trattamento. Ci sono un paio di ricerche sulla sinestesia in corso e sarà interessante scoprirne i risultati.

Che cosa significa tutto questo e come si possiamo legare insieme queste ricerche?

FONTE DELLE INFORMAZIONI:
Allergic to Sound

FONTE DELLE IMMAGINI:
State of Mind

di Monia De Tommaso

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3 pensieri su “La misofonia è un disturbo neurologico, psichiatrico, o uditivo?

  1. buon giorno, non so se è giusto scrivere qui, spero mi rispondiate.
    mi fa molto piacere avere trovato questo sito, vorrei espormi la mia idea in merito.
    forse ci vorrebbe molto per spiegare la mia situazione, ma cercherò di dire i punti più importanti. io non sopporto una miriade di rumori, in primis la deglutizione ma il solo “toc” finale che mi urta infinitamente e mi prende come un pugno allo stomaco.. è una cosa che proprio non tollero, come chi parla con la bocca piena, chi si schiocca le dita, il rumore di chi tira su col naso, il rumore unghia contro unghia, il rumore della cannuccia che entra nel succo di frutta o peggio nel tappo di plastica delle bibite gassate , chi dopo aver mangiato inizia a fare strani rumori come se si strozzasse col cibo, e diventano come “cammelli ” facendo avanti e indietro la testa, avete presente? chi parla e rimane senza saliva o respiro, chi ride troppo forte, quando si sbattono le ante dei mobili, il rumore dei piatti che sbattono, chi starnutisce, chi tira sul il catarro, il rumore che fa la caldaia quando i tubi subiscono una dilatazione termica ( rumore ripetitivo ) beh potrei andare avanti all’infinito… ok mi sento una Pazza, ma secondo me il problema di fondo è che Giudico il fare tutto ciò, nel senso che mi dico, ma che ci vorrà a non fare tutti questi rumori? tipo che è maleducazione parlare con la bocca piena tanto non si capisce che dici, che bisogno c’è di strozzarsi mangiando? quando si deglutisce, si può tranquillamente non fare quel maledettissimo Toc, almeno, io ci riesco. ecc ecc
    io teoria odio i rumori continui e probabilmente sento tutti i suoni amplificati. ci sto così tanto male che mi viene mal di stomaco. se sono a tavola, non mi succede che perdo l’appetito o altro, vorrei solo tiragli qualcosa per farli smettere…

    Piace a 1 persona

    • Cara Federica, grazie per aver lasciato un commento. Effettivamente diversi studi hanno riportato un’associazione tra la misofonia e il senso del controllo che ha il misofonico. Ha affermato Schröder: “È un disturbo che ha a che fare con il senso del controllo. Quando senti qualcuno che mastica rumorosamente entra in gioco anche un giudizio etico del tipo “dovresti tenere chiusa la bocca quando mangi. La maggior parte delle persone che sviluppano la misofonia hanno degli aspetti della personalità rigidi e compulsivi.”
      Il cammino verso la risoluzione del problema sembra lungo ma la notizia rincuorante è che la misofonia sta gradualmente raggiungendo il riconoscimento a livello internazionale. Nel frattempo noi di Misofonia.com speriamo di essere utili nella diffusione dell’informazione e di far conoscere e (perchè no?) essere un punto di riferimento per diversi misofonici. Su Facebook abbiamo attivato da tempo non solo la pagina ufficiale di questo sito e che si chiama Misofonia.com, ma anche un gruppo chiuso che si chiama Coscienza misofonica, dove diamo conforto agli iscritti, diffondiamo le ultime novità del settore e dove ci si può confrontare tranquillamente. Speriamo dunque di esserti stati d’aiuto e restando a disposizione ti auguriamo una buona giornata ^-^

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